I lavori di riassestamento dopo le vacanze prendono più tempo del previsto. La ripresa autunnale è lenta, con ritmo bradipo. Scaricate le foto sul pc, procedo con molta calma alla loro selezione, ostacolata dal gran numero di scatti e dalle mie manie di perfezionismo.
Nel frattempo mi sono rituffata nel lavoro e nella vita quotidiana, in quel tritacarne che macina il mio preziosissimo tempo.
Con gli anni sto imparando a non aver paura di "perdere tempo", ma non è facile. Vedo scorrere le giornate così velocemente che a volte non posso fare a meno di sentirmi in colpa per i momenti di puro ozio. Scopro però sempre di più l'importanza del fermarsi. Fare qualcosa di "minimale" per se stessi ogni giorno. Cose piccole, dall'apparente mancanza di significato. Sedere in salotto vicino alla libreria e prendere a caso un libro, una poesia. Dieci minuti di pausa per ascoltare un brano musicale. Seguire le fasi della luna, guardare le nuvole al tramonto. Può sembrare banale o naif ma non lo è affatto. E' il recuperare la nostra natura.
Lascio qui una poesia di Emily Dickinson. Forse non ha attinenza con quanto ho scritto, ma è un modo per "perdere tempo".
Ebbrezza è il procedere alla volta del mare
di un’anima cresciuta in terraferma,
oltre le case, oltre i promontori –
nell’eterno, profondo –
Potrà il marinaio capire,
come noi cresciuti tra i monti,
l’ubriachezza divina, della prima lega
lontano dalla terraferma?
8 commenti:
Tempo fa qualcuno mi disse che aveva sempre pensato di scrivere un saggio sull'importanza dell'ozio, dello star tranquilli e di ciò che viene considerata pigrizia. In riferimento a ciò che dici, penso che tutto ciò dovrebbe essere rivalutato nel mondo attuale e nella società di internet. Sarebbero atti rivoluzionari in grado di riportare l'uomo alla sua giusta dimensione e di permettergli di trasformare la caotica e frenetica vita contemporanea in dimensione umana accettabile. Non so se sono riuscito a spiegarmi, forse no. Che dici?
Per tornare sull'argomento, intanto che aspettiamo il saggio di cui sopra, si potrebbe cominciare dal leggere "Elogio dell'ozio", di Russell Bertrand. Ci farebbe sicuramente bene.
Grazie per le tue parole, mi hanno rinfrancato, e grazie per avermi fatto conoscere una poesia così bella!
@eugenio
sei riuscito a spiegarti benissimo. Anche io oggi ho avuto un pò di problemi a parlare di una cosa così semplice, avevo paura di essere stata banale. L'elogio dell'ozio possiamo pure farcelo da noi, senza scomodare per forza il grande Russell.
@eva kant
ne sono davvero molto felice! Come vedi sopra nella risposta a eugenio, ho avuto paura di essere banale. La Dickinson è una delle mie poetesse preferite. Farò altri post su di lei! Grazie!!
Rieccomi. In questi giorni, per "perdere tempo", ho cercato di ricordare qualcosa di Michele Serra, di cui io sono innamorato e che, a sua volta, è da sempre innamorato dell'ozio e del "perdere tempo". Ecco cosa sono riuscito a scovarti: http://www.tempiespazi.toscana.it/temps/testi/htm/serra.htm
L'ozio è una "virtù" solo italiana....è un'azione necessaria, in un momento difficile come questo, per non scompensare il cervello..Vale x tutti..
la Dickinson è una delle mie preferite. E la poesia che ci proponi è assolutamente fantastica. Rallentare i ritmi a volte è un lusso al quale è difficile rinunciare.
@Tanquetil:
L'ozio una virtù solo italiana? Non direi...a giudicare dal bellissimo volume "L'arte dell'ozio" di Hermann Hesse...libro che mi ha costantemente accompagnato durante i miei ricchi sonni universitari.
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