3 aprile
Myriam,
tu non mi conosci e, quando ti scrivo, sembra anche a me di non conoscermi. A dire il vero ho cercato di non scrivere, sono già due giorni che ci provo, ma adesso mi sono arreso.
Ti ho vista l’altro ieri al raduno del liceo. Tu non mi hai notato, stavo in disparte, forse non potevi vedermi. Qualcuno ha pronunciato il tuo nome e alcuni ragazzi ti hanno chiamato “professoressa”. Eri con un uomo alto, probabilmente tuo marito. E’ tutto quello che so di te, ed è forse già troppo. Non spaventarti, non voglio incontrarti e interferire nella tua vita. Vorrei piuttosto che tu accettasi di ricevere delle lettere da me. Insomma, vorrei poterti raccontare di me (ogni tanto) scrivendo. Non che la mia vita sia così interessante (non lo è, e non mi lamento), ma mi piacerebbe darti qualcosa che altrimenti non saprei a chi dare. Intendo qualcosa che non immaginavo si potesse dare a un estraneo. Inutile dire che questo non comporta obblighi da parte tua, non devi far nulla (sono quasi certo che non mi risponderai). Ma se, malgrado tutto, un giorno vorrai farmi sapere che leggi le mie lettere, troverai sulla busta il numero della casella postale che ho affittato questa mattina e che è destinata solo a te.
Se mi devo spiegare, allora è tutto inutile: non sentirti in dovere di rispondere, probabilmente mi sono sbagliato sul tuo conto. Ma se sei tu quella che ho visto stringersi nelle braccia con un cauto sorriso, credo che capirai.
Yair W.
Così inizia uno dei libri più belli che abbia letto in vita mia: “Che tu sia per me il coltello” di David Grossman.
La “quarta di copertina” così recita:
"In un gruppo di persone, un uomo nota una donna sconosciuta che sembra volersi isolare dagli altri. Yair, commosso da quella che egli interpreta come un'impercettibile e ostinata difesa, le scrive una lettera, proponendole un rapporto profondo, aperto, libero da qualsiasi vincolo. Un mondo privato si crea così fra loro e in questo processo di reciproco avvicinamento Yair e Myriam scoprono l'importanza dell'immaginazione nei rapporti umani e la sensualità che si nasconde nelle parole. Finché Yair si rende conto che le lettere di quella donna stanno aprendo un varco dentro di lui, chiedendogli con imperiosa delicatezza una inaspettata svolta interiore.."
Sullo scaffale della libreria quel titolo e quelle poche righe mi avevano colpito immediatamente. Leggendolo ci si accorge che si tratta di un libro complesso, che ci spinge ad una profonda riflessione sui rapporti umani e sulla passione. Dopo averlo letto mi è capitato di riprenderlo più volte, rileggerne con attenzione alcuni passi, segnarmi alcuni passaggi (come di solito faccio con i libri di poesie), affinché le sensazioni suscitate dalle parole penetrino a fondo nell'anima.
8 commenti:
Gli ultimi due post sembrano volerci raccontare qualcosadi nuovo e di bello. E' così? Cari Saluti
ubik,
in qualche modo si, un uscire dal guscio dopo mesi di chiusura a riccio. Ancora un pò arrugginita, però...
E' vero, molto bello e stimolante. Penso, inoltre, che nelle tue riflessioni tu abbia usato tre parole davvero indicative del libro e dei rapporti umani di cui tratta: "complesso", "profondo", "passione". Non sono forse, nell'ordine che preferisci, il fulcro stesso della vita e dello spirito umano?
eugenio,
"complesso", "profondo", "passione" e... "anima". Ciò che c'è di più nascosto e profondo in noi.
Era feliz en su matrimonio
aunque su marido era el mismo demonio
tenía el hombre un poco de mal genio
ella se quejaba de que nunca fue tierno
desde hace ya mas de tres años
recibe cartas de un extraño
cartas llenas de alegria
que le han devuelto la alegria
Quién le escribia versos dime niña quién era
quién le mandaba flores por primavera
quién cada 9 de noviembre como siempre y sin tarjeta
le mandaba un ramito de violetas
A veces sueña y se imagina quién sera aquel
que a ella tanto la estima
sera mas bien hombre de pelo cano
sonrisa abierta y ternura en sus mas
Quién le escribia versos dime niña quién era
quién le mandaba flores por primavera
quién cada 9 de noviembre como siempre y sin tarjeta
le mandaba un ramito de violetas
Y cada tarde al volver su esposo
cansado del trabajo la mira de reojo
no dice nada por que lo sabe todo
ella es feliz asi de cualquier modo
porque él es quien la escribe versos
él es su amante su amor secreto
y ella que no sabe nada
mira a su marido y luego se calla
Quién le escribia versos dime niña quién era
quién le mandaba flores por primavera
quién cada 9 de noviembre como siempre y sin tarjeta
le mandaba un ramito de violetas
il tuo racconto di questo libro mi ha molto incuriosito...cercherò di trovarlo in libreria!
Ciao Stregazelda,
ultimi aggiornamenti: il libro ti conviene comprarlo via elettronica: www.unacitta.it; non è escluso però che potremo incontrarci a Roma (3/5 gennaio)e in quell'occasione potrei farti avere Marco Paolini...
Yair...Davìd...mi fa tremare le ossa!
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