venerdì 18 maggio 2007

Das Leben der Anderer


Andate a vedere Le vite degli altri dell'esordiente regista tedesco Florian Henckel von Donnersmarck. E' un film bellissimo.
Non voglio raccontarvi la trama e non scriverò una recensione. Non voglio parlare della Stasi e della Germania dell'est, e nemmeno del socialismo. Sono cose alle quali arriverete da soli, o troverete da altre parti. Voglio invece invitarvi a seguire il personaggio del capitano Gerd Wiesler, che l'attore Ulrich Muhe sa interpretare con grande intensità.
Fin dall'inizio e per tutta la durata del film si rimane incollati al suo sguardo. Nei suoi occhi la chiave di lettura del mutamento che minuto dopo minuto segnerà il suo destino. Un terremoto interiore inarrestabile, inellutabile, come una montagna che si sgretola e crolla in piccoli pezzi, minata dal di dentro. Lentamente si fa strada in lui, integerrimo agente della Stasi, uomo dalla staziante solitudine, il tarlo micidiale della passione. La passione, si sa, riesce ad essere esplosiva, scatena energie sepolte nelle nostre anime. E la passione è un concetto vasto, non riduttivo. La passione è rivoluzionaria. Genera cambiamenti profondi, sovverte l'ordine delle cose, ribalta i pezzi della scacchiera. La musica, la lettura, l'arte, l'amore. Per chi l'ha visto: sublime la scena in cui ruba il libro con le poesie di Brecht. Scriveva bene Vladimir Majakovskij, nella sua Lettera al compagno Kostrov da Parigi sulla sostanza dell'amore:

Trattenendo
me stesso,
come a un convegno,
sino all'ultimo bàttito del petto,
tendo l'orecchio:
l'amore riprende a ronzare,
umano,
semplice.
Fuoco,
uragano
ed acqua
s'avanzano con un sordo brontolìo.
Chi
saprebbe
dominarsi?
Potete?
Provateci...

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Allora ho fatto bene a consigliartelo, anche se è un film da sporchi anticomunisti...
A parte gli scherzi, è molto ben fatto, soprattutto se si pensa che è di un esordiente. A me ha lasciato un senso di grande amarezza e una rinnovata delusione per come i burocrati di regime siano riusciti a distruggere il più bel sogno che l'uomo abbia mai sognato: il Comunismo.
Ricordati l'amaro verso del Sergio Endrigo di "Tango rosso": "Un'idea strozzata dalla burocrazia/ da sgangherati piani quinquennali"...

Anonimo ha detto...

@eugenio
vedo però che non hai colto, o non hai voluto sottolineare, l'aspetto più interiore della storia. Ho letto da qualche parte che l'attore Ulrich Muhe (l'agente Wiesler) è stato uno dei pochi ad aver voluto leggere il suo dossier della Stasi, scoprendo così che la moglie e quattro componenti della sua compagnia teatrale lo avevano spiato...Questo può essere uno dei motivi per cui ha interpretato così magistralmente la sua parte.

Anonimo ha detto...

Purtroppo quando c'è un aspetto storico o politico, per deformazione mia, mi succede sempre che l'aspetto interiore passa in secondo piano.
Non sapevo nulla, invece, del fatto che Ulrich Muhe fosse stato spiato dalla Stasi e che avesse letto il dossier che lo riguardava. Stando così le cose, deve essere sicuramente come dici tu: grande coinvolgimento emotivo da parte dell'interprete.

Anonimo ha detto...

un film meraviglioso! trovo straordinario come mondi che non ci sono mai appartenuti (per le ragioni più diverse: geografiche, culturali, politiche, banalmente anagrafiche...) sappiano parlarci come un profumo dell'infanzia, una vecchia foto, un abito della mamma...
l'atmosfera claustrofobica, kafkiana che aleggia su tre quarti del film non si dissipa nel finale. questo m'è parso il tratto più amaro e insieme più originale del film.
non so se la metamorfosi del nostro integerrimo agente della Stasi sia il prodotto della passione. sarebbe bello. ma penso che possa valere per gli uomini, almeno quelli intelligenti, ciò che capita ad alcuni animali che avvertono in anticipo l'arrivo dei cataclismi.

complimenti per il blog. ti somiglia: brillante, imprevedibile e appassionato.

Anonimo ha detto...

@folaga
è un mondo che non ci è appartenuto del tutto ma alcuni di noi, imperterriti comunisti, ne sono stati sfiorati e hanno avuto occasione di assaporarne l'umore. Concordo pienamente con te sull'atmosfera kafkiana, che è un altro elemento di grande suggestione nel film. Hai ragione, forse il mio approccio risente di un pò di romanticismo (lo Sturm und Drang mi ha sempre affascinato!) e la presa di coscienza dell'agente della Stasi altro non è che l'avvicinarsi del cataclisma. Ognuno proietta dentro un'opera d'arte un pò di se stesso.

dioniso ha detto...

Leggendo questi commenti mi dispiaccio ancora di più per non essere ancora riiuscito a vedere la pellicola. Ho comprato il DVD qui in Germania e purtroppo non era sottotitolato per non udenti. Ho provato a vederlo senza sottotitoli, ma il mio livello di tedesco non mi consente ancora di comprendere un film del genere, in cui, almeno nei primi 20 minuti, c'era poca azione e molti dialoghi.