mercoledì 4 novembre 2009

Il sogno




Ride ancora il tuo corpo all'acuta carezza
della mano o dell'aria, e ritrova nell'aria
qualche volta altri corpi? Ne ritornano tanti
da un tremore del sangue, da un nulla. Anche il corpo
che si stese al tuo fianco, ti ricerca in quel nulla.

Era un gioco leggero pensare che un giorno
la carezza dell'aria sarebbe riemersa
improvviso ricordo nel nulla. Il tuo corpo
si sarebbe svegliato un mattino, amoroso
del suo stesso tepore, sotto l'alba deserta.
Un acuto ricordo ti avrebbe percorsa
e un acuto sorriso. Quell'alba non torna?

Si sarebbe premuta al tuo corpo nell'aria
quella fresca carezza, nell'intimo sangue,
e tu avresti saputo che il tiepido istante
rispondeva nell'alba a un tremore diverso,
un tremore dal nulla. L'avresti saputo
come un giorno lontano sapevi che un corpo
era steso al tuo fianco.
Dormivi leggera
sotto un'aria ridente di labili corpi,
amorosa di un nulla. E l'acuto sorriso
ti percorse sbarrandoti gli occhi stupiti.
Non è piú ritornata, dal nulla, quell'alba?

Cesare Pavese


Mi piace girovagare tra le poesie, aprire a caso un libro, sfogliarlo, leggere qua e là. A volte non leggo nemmeno tutto, colgo brani a caso.
Con le poesie si può fare, non è come un romanzo del quale devi seguire la trama.
E mi piace altrettanto cambiare autore, intrecciare le storie, annegare nelle parole.
E’ una cosa che piace o non piace, non credo ci siano mezze misure. Fa vibrare qualcosa dentro, nell’anima.

5 commenti:

Eugenio Marino ha detto...

Assolutamente vero: o piace o non piace. Con le spiegazioni, poi, la poesia si può capire, ma dentro ti arriva solo se la senti: e o la senti in toto o non la senti.

ubik ha detto...

come ti trovo su FB ?

Stregazelda ha detto...

ubik, hai fatto prima tu...

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.