lunedì 5 maggio 2008

Fragile



Valeria D’Arbela, Pellestrina’s dream


Mi sento sbandata e confusa, certo non il massimo per riprendere un blog.
Il fatto è che mi sembrava non avesse più senso tenerne uno se non hai le idee chiare e non sai esattamente in che direzione andare.
Avevo delle idee in testa, argomenti di cui scrivere, ma le parole non riuscivano a tramutarsi in frasi di senso compiuto, le mani inutilmente tappettavano sulla tastiera.
Mani e cervello sconnessi.
Mi sembra sempre un po’ ridicolo usare il blog per raccontare i propri stati d’animo (a chi interessano, a parte agli amici più stretti?), e nemmeno per stanchi esercizi di stile (e poi: quale stile?).
Il fatto è che in tutto questo frangente ho perso un amico, uno con cui condividevo alcune cose che considero fondamentali, la passione per i libri e per la scrittura, il gusto di andare al cinema, il piacere di scambiarsi delle opinioni, alcune serate a chiacchierare a casa sua con lui e la moglie. Un amico timido, che sapeva prendermi in giro con ironia e dolcezza.
Sono giorni che cerco di scrivere un ricordo di lui, ma le parole non escono. Solo la mancanza, la perdita.
Tutto questo mi fa sentire più fragile.
Ecco, l’ho scritto.