giovedì 27 settembre 2007

Passione

Notti selvagge – Notti selvagge!
Fossi io con te
notti selvagge sarebbero
la nostra passione.

Inutili – i venti –
a un cuore ormai in porto –
non serve la bussola –
non serve la mappa –

Remare nell’Eden –
Il mare!
Potessi almeno ormeggiare – stanotte –
in te.

Emily Dickinson

lunedì 24 settembre 2007

Arte moderna





A Stoccolma dal 1998 c'è il Moderna Museet, una costruzione leggera e spaziosa ideata da un architetto catalano, che ospita una discreta collezione di arte moderna svedese e internazionale. Subito dopo l'entrata del museo c'è un delizioso piccolo bar, proprio davanti alla biglietteria. C'è una cassa e un bancone dove si paga e si prendono le bevande, e un lunghissimo tavolo rettangolare dove ci si può sedere per rilassarsi dopo la visita o prima, se si arriva già troppo stanchi per intraprenderla.
Anche questo luogo è fatto un pò per perdere tempo: il tavolone invita alla condivisione con gli altri (è quasi inevitabile che ci si sieda accanto o di fronte a qualcuno) e molte lingue vi si parlano intorno. L'arte non contiene anche questo?
Il lungo tavolo è ricoperto dal vetro: i visitatori, nel tempo, hanno infilato sotto il vetro piccoli pezzi di carte, vecchi biglietti, fotografie, ricevute, carte d'imbarco, con sopra scritti brevi messaggi, disegni, caricature, a volte soltanto semplici firme. Anche io e Ginevra non abbiamo saputo resistere e ora delle tracce di noi sono sotto a quel vetro.
Non so perché ma ho trovato affascinante perdere tempo a leggere quei pezzi di carta. Ciascuno di loro racconta una storia di qualcuno che è passato di là.

Lascio ancora una volta dei versi di Emily Dickinson:

L'acqua, la insegna la sete.
La terra - gli oceani trascorsi.
Lo slancio - l'angoscia -
La pace - la raccontano le battaglie -
L'amore, i tumuli della memoria -
Gli uccelli - la neve.
(1859)

martedì 11 settembre 2007

Perdere tempo


I lavori di riassestamento dopo le vacanze prendono più tempo del previsto. La ripresa autunnale è lenta, con ritmo bradipo. Scaricate le foto sul pc, procedo con molta calma alla loro selezione, ostacolata dal gran numero di scatti e dalle mie manie di perfezionismo.
Nel frattempo mi sono rituffata nel lavoro e nella vita quotidiana, in quel tritacarne che macina il mio preziosissimo tempo.
Con gli anni sto imparando a non aver paura di "perdere tempo", ma non è facile. Vedo scorrere le giornate così velocemente che a volte non posso fare a meno di sentirmi in colpa per i momenti di puro ozio. Scopro però sempre di più l'importanza del fermarsi. Fare qualcosa di "minimale" per se stessi ogni giorno. Cose piccole, dall'apparente mancanza di significato. Sedere in salotto vicino alla libreria e prendere a caso un libro, una poesia. Dieci minuti di pausa per ascoltare un brano musicale. Seguire le fasi della luna, guardare le nuvole al tramonto. Può sembrare banale o naif ma non lo è affatto. E' il recuperare la nostra natura.
Lascio qui una poesia di Emily Dickinson. Forse non ha attinenza con quanto ho scritto, ma è un modo per "perdere tempo".

Ebbrezza è il procedere alla volta del mare
di un’anima cresciuta in terraferma,
oltre le case, oltre i promontori –
nell’eterno, profondo –

Potrà il marinaio capire,
come noi cresciuti tra i monti,
l’ubriachezza divina, della prima lega
lontano dalla terraferma?