martedì 22 gennaio 2008

Me from Myself




Me from Myself – to banish
Had I Art –
Invincible my Fortress
Unto All Heart –

But since Myself – assault Me –
How have I peace
Except by subjugating
Consciousness?

And since We’re mutual Monarch
How this be
Except by Abdication
Me – of Me?


Conoscessi l’Arte –
Di bandire – Me da Me Stessa –
Non ci sarebbe Cuore capace
Di espugnare la mia Fortezza –

Ma dal momento che ad assaltare Me Stessa –
Sono Io, come troverò pace
Se non sottomettendo
La Coscienza?

E dal momento che siamo Monarca
L’una dell’altra – che altro fare
Se non Abdicare –
Me – da Me Stessa?

Emily Dickinson, 1862


Trovo questi versi, nella loro semplicità, estremamente potenti. Ve li propongo nella loro versione originale (la traduzione sotto è di Barbara Lanati) perché l’italiano, inevitabilmente, cambia la struttura della frase, mentre è necessario percepire la secchezza dell’inglese.
Consiglio anche a coloro che non hanno molta dimestichezza con l’inglese di fare un piccolo sforzo e provare ad “ascoltare” il suono, senza necessariamente leggere a voce alta, ma leggendo col cuore.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

E' il tragico conflitto dell'"uomo sociale", quello di cui già parlavo in un precedente commento. L'uomo che vive di relazioni e che nella quotidiana e sanguinaria lotta tra Es e Super Io finisce spessissimo per offendere, mortificare e sacrificare la sua essenza più profonda: l'Es. E' l'uomo del "Berretto a sonagli" di Pirandello, quello delle tre corde: la seria, la civile e la pazza. Naturalmente è la civile ad avere quasi sempre la meglio. E anche tu vivi, molto più di noi, questa battaglia quotidiana. Soffri più di noi il prevaricare della corda civile (che per te è una corda in tutti i sensi). Tu, stragzelda, sei una "pazza", più di noi. La sola differenza è che non ti arrendi, che odi profondamente il Ciampa di Pirandello. Ecco perché questi versi li senti in tutta la loro potenza.
E la foto a corredo della poesia, nel suo ordine geometrico e nella sua solitudine, si sposa bene con le costrizioni del Super Io, con l'ordine della vita siociale. Solo i colori lasciano un po' di spazio alla corda pazza, all'es.

Geillis ha detto...

Uau, dopo un commento come questo, che altro aggiungere?

Stregazelda ha detto...

@eugenio,
grazie per il commento corposo e molto lusinghiero per me (il "pazza" lo trovo un enorme complimento!). L'unica cosa che non ho capito bene è il perché io sia più "pazza" di voi. E' vero, non mi arrendo, non mi arrenderò mai. Ci sono delle cose alle quali non mi arrenderò mai, soprattutto alle corde che stringono come cappi. Ho scelto quella foto perché si sposava bene con quei versi, e tu hai saputo coglierne subito il senso. Perciò, cosa altro aggiungere, come scrive geillis?

Anonimo ha detto...

carissima, ho appena letto il tuo commento sul mio blog: ma anch'io ero con Rina Garavelli a Garbatella, fino a tre anni fa!!! Gruppo intermedio. Non dirmi che ci conosciamo...

Geillis ha detto...

cara, ti ho nominato per il premio virtuale You make my day, se passi da me vieni a ritirarlo...